Uno strumento aperto al mare
(articolo pubblicato sul Notiziario La Pulce – luglio 2018)
La versatilità dell’ukulele è ormai un dato di fatto. Abbiamo in tutto il mondo esempi di come le 4 corde dell’ukulele siano state usate per realizzare qualsiasi genere musicale: dal pop al rock, dal latin al jazz e cosi via. L’ukulele ha saputo infatti assimilare un po’ tutti gli stili musicali sia riproducendo il repertorio più tradizionale che affrontando brani di nuova invenzione.
Ormai la definizione di ukulele come strumento hawaiano non rappresenta più la fotografia esatta di questo fenomeno musicale in quanto rischia di escludere proprio le produzioni più recenti, debitrici di altre culture che appunto non hanno molto a che vedere con l’aggettivo “hawaiano”. Eppure la musica delle isole Hawaii ha una ricchezza di espressioni che non si limita a quanto ci fanno credere gli stereotipi culturali da cui spesso siamo condizionati. In questo senso l’ascolto della puntata MUSICS OF HAWAII vi aprirà un mondo musicale in cui influenze orientali, europee e latinoamericane si fondono e confondono con le origini polinesiani dei primi abitanti delle isole. Si sa che la gente di mare è straordinariamente aperta a contatti e contaminazioni e l’ukulele segue queste orme aprendosi, accogliendo e trasformandosi. La sua storia passata e recente ne è la dimostrazione.
Sono ormai trascorsi cento anni da quel lontano 1915 quando i primi ukulelisti giunsero a san Francisco per la Esposizione Internazionale Panama – Pacifico e presentarono una musica e una danza così curiosa e ricca di fascino per lo sguardo e per le orecchie dei visitatori giunti da ogni parte del mondo. Da quell’evento cosi importante nella storia di uno strumento ancora giovane, moltissima musica è stata creata al punto che é impegnativo averne una conoscenza completa. La storia dell’ukulele risulta ancora troppo poco conosciuta anche dagli stessi appassionati della pulce che salta, spesso attirati dai nomi più visionati su youtube che rispondono a logiche fuorvianti per chi ritiene che la cultura non si basa su click o “mi piace”, tanto meno su logiche commerciali.
Vi propongo quindi l’ ascolto di alcune puntate tematiche di INTORNO ALL’UKULELE, ad oggi, è proprio il caso di dirlo, l’unica trasmissione radiofonica italiana interamente dedicata all’ukulele.
Se siete interessati al blues vi suggerisco di ascoltare HULA BLUESperché non vi potete perdere il fascino della voce e dello strumming di Lewis Rabbit Muse e di Victoria Spivey.
Se siete amanti del jazz nelle sue forme più eleganti non posso che consigliarvi l’ascolto di OMAGGIO A LYLE RITZ, panoramica sul padre dell’ukulele jazz, ma anche di LIVIN’ IT LIVE, album di un altro grande jazzista recentemente scomparso, Bill Tapia.
Tornando in Europa non mi perderei BEATLESMANIA con ospite Fabio Koriu Calabrò che sull’argomento ha una conoscenza non comune avendo tradotto e trascritto per le quattro corde molte canzoni del quartetto di Liverpool.
Se siete rockettari vi propongo NON SOLO ROCK, puntata registrata in collaborazione con Bruno Brunelli, collega di Deejayfox Radio Station nella quale abbiamo proposto ascolti di Amanda Palmer, Queen e Tiny Tim. A quest’ultimo inoltre è stata dedicata una puntata specifica GOD BLESS TINY TIM, sull’omonimo album dell’artista statunitense, ancora tutto da scoprire e rivalutare andando oltre quegli aspetti eccentrici che lo resero famoso.
Se vi interessa capire come il repertorio cosiddetto classico sia stato realizzato con sole quattro corde vi segnalo la doppia puntata di LA MUSICA CLASSICA NELL’UKULELE 1 , LA MUSICA CLASSICA NELL’UKULELE 2 con incredibili trascrizioni di brani pianistici ed orchestrali.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti nel podcast di www.intornoallukulele.it in cui potete andare a curiosare per conoscere tanti piccoli mondi che fanno dell’ukulele uno strumento di mare, sempre aperto a contatti e contaminazioni.