La casa
E’ il Novembre 1969 quando Sergio Endrigo comincia a incidere canzoni per bambini: le prime sono La Casa e La Marcia dei fiori entrambe scritte da Vinicius de Moraes con la traduzione italiana di Sergio Bardotti; diventarono la side A e B di un 45 giri di successo e vennero incluse nell’album La vita, amico, è l’arte dell’incontro.
“Sono stato il primo cantante, anche quando andavo fortissimo, a cantare canzoni per bambini. Lavorare per loro, oggi, non è assolutamente facile. Sono molto esigenti e sono loro i primi a rendersi conto se cerchi di fare il furbo. Però è un pubblico meraviglioso, quello dei bambini, di una genuinità sconvolgente. (…) La mia è stata semplicemente la tipica reazione di un qualsiasi padre che non riusciva a trovare della musica idonea per i suoi bambini. Per quanto si facciano degli sforzi, in giro non mi sembra di vedere del materiale musicale veramente adatto ai più piccini. Siamo logici, i ragazzi non assimilano le canzoni dello “Zecchino d’oro” e ripiegano il più delle volte verso canzoni che non sono state scritte per loro, così come avviene quasi regolarmente per le sigle televisive e, in particolare, per quelle di Canzonissima, dove il successo è decretato proprio dai ragazzi”. (O. Storace Il cantautore baby-sitter in IL MONELLO 1975 n.11 pag. 8)
In effetti le immagini evocate sono tipiche del mondo dell’infanzia e il linguaggio usato adatto ai bambini. Ne La casa, ad esempio, viene descritta una casa piuttosto singolare:
Era una casa molto carina
senza soffitto senza cucina
non si poteva entrarci dentro
perché non c’era il pavimento
non si poteva andare a letto
in quella casa non c’era il tetto
non si poteva far la pipì
perché non c’era vasino lì
ma era bella, bella davvero
in via dei matti numero zero
ma era bella, bella davvero
in via dei matti numero zero.
Vediamo ora alcuni ritmi di accompagnamento, non ripetitivi, proposti sulla prima sequenza di accordi.
DO FA DO SOL7 DO
Sono tutti da eseguire con due dita: il pollice colpisce le corde in giù, l’indice in sù. Vi propongo alcune brevi osservazioni sulle singole frasi ritmiche:
la 1) è la più semplice e cadenzata, utile per studiare il cambio dell’accordo;
la 2) funziona bene sulla prima frase, sui versi dispari, è una frase aperta che prosegue;
la 3) è una frase conclusiva.
Sulla seconda sequenza inseriamo invece una ritmica più scorrevole:
il 4) è un ritmo base efficace ma alla lunga noioso, da imparare per poi alternarlo con altri ritmi, come i precedenti;
il 5) è una variante del 4) però timbricamente più interessante: l’indice colpisce le corde col rovescio del dito (col dorso dell’unghia) e la mano si apre, segue il movimento del pollice in giù, l’indice in sù e chiude nuovamente l’indice ad aprire la mano (Penso che a breve uscirà un articolo su questo tipo di tecnica della mano destra);
il 6) combinazione di pattern a due dita. Semplice e al tempo stesso efficace.
Concludendo vi segnalo il sito ufficiale di Sergio Endrigo (http://www.sergioendrigo.it), è molto bello e lo consiglio vivamente a chi volesse saperne di più.